Marco Todaro parla del nuovo sistema di colorazione, creato in partnership con Emsibeth
Marco Todaro è uno stilista di altissimo livello, uno che negli schemi non ci è mai entrato. Per anni ha fatto l’acconciatore lavorando solo per il mondo dello spettacolo e del cinema, in contatto con i più celebri artisti italiani e internazionali. Poi è tornato a pensare al mondo del salone e ha creato un nuovo metodo di colorazione ispirato al mondo della musica. Un metodo personalizzabile e replicabile in salone: Arpège Opera. Per farlo ha scelto la partnership con una delle aziende storiche dell’acconciatura “made in Italy”: Emsibeth. Ci spiega perché ogni salone che voglia “passare di livello” dovrebbe sceglierlo per fidelizzare la sua clientela e conquistarne di nuova.
Marco, cosa offri di speciale alle clienti nel tuo salone di Torino?
Un messaggio unico: in salone offriamo un metodo di colorazione altamente avanzato che parte con una diagnosi tecnico artistica partecipativa dei capelli, del viso, della personalità della donna, ascoltando attentamente la cliente. Il tutto in modo da rispettare i capelli della cliente e la loro integrità. Il risultato è sempre un colore originale, modulato su ciascuna donna, pensato solo per lei, per la sua pelle, il suo viso. È il colore Arpège Opera, nato in partnership con Emsibeth. Ecco cosa facciamo di speciale in salone: offriamo uno stile specifico. Da me oggi la cliente viene soprattutto per il colore.
Qual è l’elemento cruciale che permette a un salone di distinguersi, di passare di livello?
La coerenza. Dico sempre che per fallire bisogna agire senza pensare o pensare senza agire. Al contrario, essere coerenti significa restare fedeli ai propri obiettivi, senza ingannare mai la cliente. È come la musica: si riconosce subito l’impronta di un autore, anche se le sue canzoni non sono certo tutte uguali. Le clienti spesso evolvono con il loro stilista e i suoi collaboratori ed è per questo che restano fedeli al salone.
Perché hai deciso di spingerti oltre e creare un progetto fuori dal tuo salone come Arpège Opera?
Anche se è molto impegnativo, è davvero soddisfacente. Mi sono dedicato a questa sfida con enorme entusiasmo: volevo riuscire a codificare un sistema, un metodo con un seguito anche quando non ci sarò più. L’ho fatto anche perché mi piace confrontarmi con gli altri.
Fino al 2006 lavoravo solamente come “freelance” nelle sfilate, per il mondo dello spettacolo e per il cinema: tra le mie clienti ho avuto molte artiste e grandi star internazionali. Ho lavorato in passato per Sanremo e X Factor. Poi sono tornato in contatto con i miei colleghi e ho ripreso un lavoro più tradizionale in salone. In tutti questi anni ho imparato una cosa: conta fino a un certo punto il messaggio moda. Quello che davvero conta è l’ascolto dei desideri della cliente. Il salone deve essere un laboratorio di ascolto attivo: con Arpège Opera questo diventa naturale.
Cosa rende Arpège Opera diversa dalle altre colorazioni?
La creazione del prodotto in funzione del metodo di colorazione e non viceversa. Per quanto mi riguarda, prima di Arpège certi lavori in salone avevano un limite: il prodotto. Un limite che adesso è stato superato. Arpège Opera ha 34 colori per 7 accordi di base, 7 come le note: offre possibilità praticamente infinite.
Ogni donna riceve uno spartito che indica quali nuance sono state utilizzate e come sono state applicate. In questo modo il suo colore diventa replicabile qualunque sia il collaboratore che si occupa di lei… ovunque, in tutti i centri autorizzati Arpège Opera. Ho ottenuto un brevetto internazionale per proteggere il marchio, ho investito molto anche sulla formazione. E ho pensato a tutti gli aspetti, anche al “sell out” del servizio colore, ideando coupon per le amiche delle clienti. Un modo per far conoscere Arpège. Sono sicuro che se ne innamoreranno tutte.